giovedì 19 aprile 2012

Il problema delle domande semplici

Riflessione profonda degli ultimi giorni.
Ci sono domande semplici e domande complicate.
Ci sono domande a cui non tutti sanno rispondere.
Se io chiedo qual'è la trasformata di Laplace della Campana di Gauss mi sapranno rispondere solo i matematici e gli ingegneri.
Se io chiedo qual'è la prima battuta di Ofelia in Amleto mi risponderanno solo i letterati.
Se domando cosa accadde il 24 giugno del 16 a.C. alle foci del Nilo lo saprà solo uno storico.

Nessuno si aspetta da un matematico nozioni storiche, da un letterato nozioni matematiche e da un ingegnere conoscenze letterarie (sebbene ad esempio la sottoscritta qualcuna ce l'abbia, eh!).
Nessuno si aspetta mai con certezza una risposta decisa e a colpo sicuro a una domanda complicata.

Poi invece ci sono le domande semplici, quelle quotidiane. Come stai? Come va? Sei felice?
Eh che ci vuole!
Che non sai come ti senti?
Non sai dire come sta andando una tale cosa?
Non sai capire se sei felice?
Beh.. no.
C'è chi alla domanda "Come stai?" non risponde per niente. O perchè non lo sa, o perchè non lo vuole dire, o magari risponde col classico "uhm.. bene" tanto per dire qualcosa.
C'è chi alla domanda "Come va?" non sa che dire, perchè un momento pensa vada bene e il momento dopo sprofonda nel pessimismo cosmico che Leopardi ti spiccia casa. E anche lì la risposta solitamente è "bene.. credo".
La domanda "Sei felice?" effettivamente non so se possa rientrare nella categoria delle domande semplici.. però dovrebbe avere facile risposta.. e invece no. Se te lo chiedono all'improvviso che fai?
Poi ci sono un'infinità di altre domande che sembrano sceme ma che dietro hanno un mondo di significato.. Un'infinità davvero, un'infinità innumerabile.

Il problema è che alle domande semplici non sai dare una risposta.
Il problema è che è più facile trasformare la campana di Gauss piuttosto che capire come va.