Visualizzazione post con etichetta post. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta post. Mostra tutti i post

lunedì 29 dicembre 2014

E ciò che manca è palese.

In stazione, loro si abbracciano
lei piange
io sbadiglio distante,
ho dormito poco e non provo niente.

Le cose più amare d'amare
hanno il sapore del mare
le rivesti con cura di uno strato di nulla
così ti si abbinano al colore degli occhi

E mettimi alla prova
con gli occhiali da sole ci siamo persi di vista
e senza occhiali da vista ci siamo persi alla luce del sole

Il nostro rapporto è così vuoto
che se ti parlo sento l'eco
e se ripetiamo i soliti discorsi
beh, questo è il motivo.

Rimetti insieme i pezzi ma partendo dagli angoli
siamo abbastanza a pezzi e grandi per sapere che non esistono i miracoli
e non ho paura del tuo buio
il buio ha soltanto un colore
ho paura dell'amore
che è pieno di sfumature
e se tutto sfuma non sono bravo a calcare i contorni
e se torni dove dormi che ho già spostato i mobili
rimaniamo immobili nei nostri cuori di marmo
nei nostri modi di merda, nel nostro sarcasmo e mi pare
che ciò che manca è palese

E se ti va possiamo uscire a pranzo
e se i soldi ci avanzano
possiamo
possiamo comprarci il mondo
possiamo comprarci il mondo

Le parole con cui mi dipingono
e tutte le pinte in cui ogni sera sparisco
spesso tra loro differiscono
e a fatica mi racconti di noi in differita
se non ti ascolto ti senti ferita nell'animo
siamo emergenti che affogano.

E se ti va possiamo comprarci il mondo.

Dimmi se la musica ci salverà
è l'unico credo che indosso
ho un cuore di riserva nella tasca del giubbotto
che spesso mi riversa addosso questo splendido consiglio
e se ti va,
potresti abbracciarmi non ho le forze per farlo da solo
e se non funziona
prendiamoci un volo che forse qua al suolo non si ragiona
per andare avanti tiriamo calci alle somme
insomma sei un bellissimo fiume di pixel
ma ho bisogno di qualcosa di più grande
che magari nemmeno esiste
se non quando chiudo gli occhi,
scusa, ma è inutile che torni
che ho tolto i mobili
ho cambiato indirizzo
ho portato via tutti i dischi
e sto bene.

(Quello che manca - L'orso)

venerdì 14 giugno 2013

Lacrime di Tartaruga

Visto che sono una nerd smanettona su facebook seguo molte pagine del tipo "Trust me, I'm an engineer" e cose del genere. Da qualche tempo ho aggiunto una che è entrata subito fra le mie preferite "I fucking love Science!" (se non la conoscete vi straconsiglio di aggiungerla!). Ebbene, su questa pagina qualche tempo fa ho visto questa foto.



Vista la mia spassionata passione per le tartarughe (tutto cominciò ai tempi di Camilla l'amica di Alvaruccio, ma questa è un altra storia) mi sono soffermata a leggere la descrizione di questa foto così particolare.

In parole spicciole c'è una zona della foresta Amazzonica in cui si trovano talmente pochi sali minerali che una delle poche fonti sono le lacrime degli animali. In questo caso di una tartaruga. Eh, sì. Nella foto le farfalle stanno letteralmente "bevendosi" la tartaruga. Amazing, eh?

Mi piace un sacco questa foto. Oltre al fatto che mi piacciono molto sia le tartarughe che le farfalle (soprattutto da quando, sempre sulla suddetta pagina scientifica, ho scoperto che i maschi per attrarre le femmine emanano feromoni che a noi umani ricordano l'odore di torta, di cioccolato e di vaniglia), ma anche per quello che simboleggia.

La tartaruga in un certo senso si "offre" per gli altri, potrebbe chiudere gli occhi, potrebbe buttarsi nel laghetto. E invece se ne sta la. E le farfalle ne approfittano.

Tutto questo discorso a che scopo?
Uno - Far vedere che non scrivo solo fesserie, ma anche cose scientifiche e accreditate.
Due - Farvi vedere questa bella foto
Tre - Notare che essere umani è una fregatura, ma pure a essere tartarughe non va tanto meglio.




Ps. Confesso, ho googlato con quante Z si scriveva foresta Amazzonica. Stupido Amazon che mi confonde le idee. 

PPs. Stasera mi sento coatta, e quindi ho fatto credere a Blogger di aver scritto questo post davvero dalla foresta Amazzonica, con due Z! 

lunedì 29 aprile 2013

Il seguito della storia del Vaso.

Mi sono fregata da sola.
Ho tantissimi post salvati nelle bozze di questo blog. Tutti in bianco.
Uno per ogni volta che ho aperto la pagina "Nuovo post", fissato il foglio bianco per diversi minuti e poi richiuso la pagina.
Mi sono fregata con le mie stesse mani.

Perchè? Perchè ogni volta che vado per scrivere qualcosa di nuovo penso che uno dei miei post su questo blog è quello della storia del vaso che, personalmente, ritengo una delle cose più belle che abbia mai scritto.. al pari di un paio di poesie ai tempi del liceo forse. E quindi la storia del vaso mi blocca ogni volta. Eppure la storia del vaso ha avuto un seguito. Ha avuti tanti seguiti diversi. Ci sono tante altre storie che avrei potuto raccontare, che potrei raccontare. Ma quella è una storia bella perchè parla di un lieto inizio, e un lieto inizio è più pericoloso del classico lieto fine, perchè non si sa dove si andrà a parare. Ma d'altra parte, una storia è comunque una storia se non viene mai raccontata?
Sui miei post troneggia un header che recita che la vita non ha senso se non la si racconta a qualcuno.. ma allora una storia non raccontata non ha senso, eppure io un senso alle mie storie vorrei darlo.
E allora credo che mi toccherà raccontarle.
E spero che qualcuno, con un po' di pazienza, abbia anche voglia di leggerle.